La resurrezione di Lazzaro

<Il racconto> della malattia e della morte di Lazzaro, poi risuscitato alla vita precedente da Gesù [Gv 11,38-44], mi ha offerto delle buone meditazioni.

Mi sono soffermato a riflettere sulla mia morte. È vero che è molto più facile pensare alla morte quando si è anziani, ma è bene essere sempre pronti, in grazia, perché si muore anche da giovani e da bambini e non si conosce l’ora del trapasso. Ritengo importante rimanere in comunione con i defunti e per loro pregare ogni giorno, ricordando i familiari, i parenti, gli amici e anche tutti coloro che non conosciamo e che, magari, sono stati dimenticati.

La seconda riflessione mi ha portato anche a contemplare la benevolenza di Gesù verso i suoi amici, tra i quali, anche se consapevole della mia indegnità, mi sento anch’io. Io ritengo che la fraterna comunione di Gesù con Maria e Marta sia offerta ad ogni persona vivente. Penso rivolto anche a noi ciò che disse Gesù: «“Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?”» [11,40].

Nel Vangelo secondo Giovanni più volte viene detto che la salvezza e la gloria sono legate alla fede. Credere e seguire Gesù nostro fratello Dio permette di salire con lui verso Dio Padre. <Come liberò Lazzaro dalla morte e lo fece sciogliere dalle bende, così> il Signore libera anche noi e ci scioglie dai nostri peccati per poter restare fiduciosamente con lui. …

Tutti questi segni, che troviamo nel Vangelo di Giovanni, sono certamente anche per noi motivo di gioia e suggerimento per lasciarci stupire e seguire le sue orme. È bello impegnarsi per conquistare e realizzare una carità simile a quella di Gesù, per poter in primo luogo amare lui e, conseguentemente, tutte le persone. Una carità vissuta così potrebbe essere segno di una piccola presenza profetica, che attraverso la sua esistenza rende visibile il miracolo dell’amore che ha ricevuto.

Chiediamo al Signore che ci faccia vivere con una fede esaustiva, secondo l’amore pieno di gioia della Vergine Madre Maria, madre sua, madre della Chiesa, e quindi anche madre nostra.

 


Ireos, Esercizi per vivere di fede

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