Giovedì Santo: eucaristia nel tempo e fuori del tempo

Hanno appena cenato, secondo il rito pasquale antico, ma in questo rito antico si inserisce qualche cosa di nuovo, di inaspettato: nessuno sa  o prevede ciò che sta capitando. C’è un silenzio che supera quello del monte Tabor, perché non si ode nemmeno la Voce del Padre. Siamo davanti a un fatto nuovo che si capisce e non si capisce. Nel silenzio vediamo Gesù Cristo prendere del pane, rendere grazie a Dio, e spezzarlo. È pane, è tutto normale e ancora non si capisce niente. Ma dandolo loro disse: “Questo è il mio corpo che è dato per voi. Fate questo in memoria di me”. C’è uno stupore, una meraviglia! Mangiano questo pane sapendo che il Maestro ha detto che è il suo corpo. Noi siamo in lui e lui in noi, noi peccatori e lui Dio. Gesù aggiunse: “Questo calice è la nuova alleanza del mio sangue che viene versato per voi”. Questo è il venerdì santo che pur abbracciando il fatto storico reale di quella sofferenza di Cristo, tuttavia è avvenuto fuori dal tempo e si perpetuerà in eterno.

A noi importa che è il Signore che ha voluto offrirsi vivo, cosciente: l’iniziativa è sua, non del popolo che grida: “Crocifiggilo!”.

Il Signore dice anche a ciascuno di noi: “Hai la tua colpa, ma io sono libero e sono io che mi dono a te! Prendete, prendetemi e fate di me quello che volete. Io sono l’Agnello, fate di me quello che volete, ma salvatevi!”.

Ecco cosa vuole il Signore: la salvezza! “Quindi tu, Pietro, non venirmi a dire che non devo compiere il mio dovere: perché io ti amo, io ti amo e nessuno può dirmi niente”. Finalmente siamo salvi, è arrivata dal cielo la salvezza; soltanto chi vuole dannarsi si danna, perché noi siamo salvati da Gesù Cristo.

L’eucaristia è il pane della salvezza, è l’Agnello trafitto per noi, Ed è questa eucaristia, questo pane spezzato, questo vino versato che rappresenta l’amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, anche se è la carne del Figlio, perché è da lui uomo che uscirà il sangue. Ma noi siamo salvati. Ecco che l’eucaristia, il giorno eucaristico è la pienezza di ciò che avviene in tre giorni, ma è fuori dal tempo, è eterno, è la salvezza, è l’amore, è la scelta diversa. Siamo salvati perché lui ha voluto salvarci. Noi non potevamo salvarci da soli; è l’amore che l’ha liberamente costretto ad offrirsi per noi. Le conseguenze che ne seguono sono enormi, infinite, perché quel fuori tempo è sempre padrone del tempo e ritorna nel tempo sempre in ogni santa messa. E le messe sono il dialogo tra il Padre e il Figlio.

Il mondo, mentre è protetto dallo “Spirito di Dio che aleggia” su di esso, è avvolto dall’eucaristia  che in tutto il mondo è celebrata rendendo Cristo presente ovunque. Nel mondo ovunque c’è l’eucaristia e il mondo è protetto dall’Eucaristia. Ma si tratta di capire queste cose nel silenzio, come fecero Pietro e gli altri Apostoli.


Ireos, Esercizi per aumentare la fede (Pietro)

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