Per vivere in comunione ogni vocazione

Con animo sereno ti lodiamo, Dio
Padre creatore dell’universo,
Figlio redentore dell’umanità,
Spirito san­tificatore
e perfetto con­sigliere di ogni creatura.

Ti ringraziamo perché dimori in mez­zo a noi
e per l’amore misericordioso che hai per ogni persona.

Gesù, Agnello immacolato,
l’averci chiamato per nome nel tuo regno di salvezza
ci ha permesso di metterci intorno
alla mensa della tua parola e del tuo corpo.

Aiutaci ad accogliere il tuo sangue
per essere purificati da ogni imper­fezione
e rendere evidente a ogni creatura la tua bontà infini­ta.

Aiutaci ad imitare la tua verginità di cuore,
specchio radioso di luce divina,
la povertà vissuta in un costante contri­buto di carità
e l’obbedienza come assoluta fedeltà al volere del Pa­dre.

Le nostre persone a te offerte
siano consumate in una orante e costante adesione
alle real­tà trascendenti
e nella condivisione con le necessità di ogni creatura
povera, sperduta, incompresa, am­ma­lata.

La nostra comunione con ogni uomo
sia sincera, leale, fraterna
secondo l’amore che esiste in te, Santissima Trinità.

Proteggi il nostro cammino e sorreggici in ogni difficol­tà:
sii il nostro Pastore e il nostro Maestro
per aiutarci a seguirti ed imitarti in ogni circostanza.

La preghiera e la carità siano
il primo contributo di comunione
tra tutte le vocazioni da te suscitate,
così che tutti noi,
facendo la tua volontà,
rendiamo splendente la Chiesa
e con gioia ci inginocchiamo
per lodare la tua gloriosa maestà. Amen.

 

Preghiera per vivere in comunione ogni vocazione

­­­­­­­La preghiera fu composta nel maggio 1993 nel convento dei Santi Giovanni e Paolo a Roma, in vista del Sinodo dei Vescovi sulla vita consacrata convocato da Giovanni Paolo II per il 1994; tradotta in diverse lingue, fu diffusa tra le comunità di consacra­ti quale “Preghiera per vivere in comunione la vocazione di totale donazione a Dio”. In senso analogico, s’addice ai fe­deli d’ogni vocazione e confessione, tutti chiamati a far propri i consigli evange­lici. Le strofe si possono recitare a cori alterni.

La preghiera segue l’invito di Gesù a “pre­gare il Padrone della messe perché mandi operai per la sua messe” e l’invito dell’Apo­stolo a coinvolgere nella comunione spirituale “un sempre maggior numero” di persone, così da “rendere più abbondante la grazia” e “mol­ti­pli­ca­re l’inno di lode alla gloria di Dio”.

La preghiera comincia “con animo sereno”, ossia nella “pace”, riflesso della gloria trinitaria: la “vita intessuta di preghiera” è vissuta alla luce della vita eterna. Le strofe successive richia­mano tre chiamate fondamentali: quella universale alla sal­vezza, quella generale alla santità nella Chiesa, quella di speciale donazione a Dio, con le sue esigenze; alla fine si chiede con gioia il dono della perseveranza e della comunione in ogni vocazione. Gioia e pace sono qui frutti dello Spirito: la gioia è l’effusione che si prova al sentirsi amati; ben più importante è la pace, stato di pienezza profondo e per­manente di quanti sono beati perché “figli di Dio” nel Figlio.

[Riferimenti: Preghiera corale per l’unità e le vocazioni: 2Cor 4,15; Lc 10,2; Gv 17; cf Mt 9,38 | Prima strofa: Concilio Vaticano II, Lumen Gentium, 1-5; 39 e 42 | Seconda strofa: At 17,26-28; 1Tm 2,4 | Terza strofa: Concilio Vaticano II, Sacrosanctum Concilium, 48 e 51; Institutio Generalis del Messale Romano, 8 | Sesta e settima strofa: Rm 12‑13; Gv 10,14 e 13,14 | Frutti dello Spirito: Gal 5,22 | Pace: Mt 5,9; Lc 2,14 e 19,38; Lc 1,79 e 2,29; Gv 14,27 e 20,21; cf Francesco e Bonaventura]