La Casa del Gruppo a Desio

Dal 1999 a Desio, in Brianza, il Piccolo Gruppo di Cristo dispone di una Casa di preghiera e incontro (chiamata semplicemente “Casa del Gruppo”), che anche grazie al restauro è stata concepita come richiamo alla vita eterna nella vita presente.
La Casa sorge all’ombra della cupola della Basilica (dedicata ai Santi Siro e Materno): questo ci ricorda la centralità della Chiesa…
Anticamente
era Casa Gavazzi, fatta costruire e abitata fino a metà del Novecento da una famiglia di imprenditori di Desio e ricca di memorie storiche, e donata poi all’Istituto Secolare “Cristo Re” (fondato da Lazzati), che la usò, con il nome di Villa Solaro, come casa di ritiri per laici: tutto questo ricorda che la spiritualità deve vivere nella Città dell’Uomo. Per donazioni successive, tramite l’Arcidiocesi di Milano, la Casa è pervenuta al Piccolo Gruppo di Cristo.

Già dal primo passaggio di proprietà, il pian terreno della Villa fu trasformato in Cappella, mentre nella barchessa (ossia nella casa colonica e nelle vecchie stalle) furono sistemate le camere e le sale di riunione.

 

Villa e Barchessa sono state collegate da un passaggio che funge da ingresso e corridoio.

Due vetrate (realizzate nel 2007 su bozzetto di Mara Zanette) richiamano la vita eterna con i simboli dell’Apocalisse.
La vetrata dell’Albero della Vita (nella figura del Lauroceràso) accoglie il visitatore in questo passaggio dal giardino alla Casa e lo accompagna nel corridoio tra la Casa e la Cappella.

Sull’altro lato del corridoio di passaggio tra la Casa e la Cappella, una vetrata rappresenta la Città sul Monte, costruita sulla roccia, illuminata dalla Luce di Dio: giù, nella valle operosa, arriva ai cristiani questo invito del Signore: «Lavora e prega, fai opere di bene senza pretendere nessuna ricompensa. Ti vedrò».

La Cappella, ricavata dal piano terra della Villa, è stato significativamente il primo ambiente ristrutturato ed è il cuore di tutta la Casa.

La centralità di Altare e Ambone richiamano la centralità di Cristo Agnello che «ci ha chiamati per nome nel suo Regno di Salvezza e ci ha permesso di metterci intorno alla mensa della sua parola e del suo corpo» (come recita la preghiera per vivere in comunione ogni vocazione).

La Croce d’Altare (opera di artista novecentesco che si è ispirato al modello francescano e a motivi paleocristiani) è bifronte.

Dalla navata (ossia dal punto di vista del tempo) si vede il Cristo sofferente, innalzato e disposto come il serpente di bronzo di Mosè, per salvare tutti quelli che volgono lo sguardo spirituale su di lui; ai suoi piedi, inginocchiato in adorazione, san Francesco d’Assisi (che è figura di Altro Cristo, come dovrebbe essere ogni cristiano); sopra il capo di Cristo, il ritrovamento della sua tomba vuota e la sua Signoria dal cielo.

Dal lato dell’altare (ossia dal punto di vista dell’eternità) si vede una rappresentazione della pace gloriosa: in Cristo la Croce è infatti Pace. La scritta latina ricorda che “Cristo vince, regna, impera”. Le colombe, come dopo il diluvio, portano il ramo di ulivo, segno della pace tra cielo e terra.

 

Quasi a mettere in comunicazione la Cappella e il giardino, una vetrata, realizzata dopo il Concilio Vaticano II, rappresenta Santa Maria del Cammino nel giardino fiorito del Paradiso.

 

Sul pilastro di sostegno della Cappella è stato incastonato il Tabernacolo che custodisce la presenza reale del Signore Gesù nell’eucaristia. Dietro il pilastro una iscrizione incisa su pietra riporta una preghiera del Gruppo che dà il senso di questa collocazione: «Gesù Cristo, che reggi l’Universo, il nostro Signore sei tu».

 

Nel passaggio tra le due navate della Cappella, dietro al pilastro del Tabernacolo, ove è custodito il Corpo sacramentale di Cristo, le icone dei santi (opera di Mara Zanette) rappresentano il Corpo Mistico di Cristo che è la Chiesa, che a sua volta vive nelle Chiese locali.

 

Al centro Maria (Madre della Chiesa), ai lati Pietro (roccia su cui è fondata la Chiesa e patrono in particolare della Chiesa romana), Ambrogio (patrono della Chiesa ambrosiana); poi, più esterni, Pio V (patrono della chiesa parrocchiale in cui nel 1957 nacque il Piccolo gruppo) e Liberale (patrono della Chiesa trevigiana).

Una statua lignea (opera di artista tirolese) rappresenta la Madonna apparsa a Bernadette richiama il legame tra la spiritualità del Gruppo e quella di Lourdes: la Chiesa si fonda sulla grotta del Mistero, da cui sgorga l’acqua viva;

 

 

Nella casa sono molti poi i richiami alla Crocifissione dipinta da Michelino di Besozzo nella chiesa medievale dell’Eremo del Santissimo Salvatore a Erba. Questo antico Eremo che sorge in alto e che è divenuto centro di spiritualità laicale dell’Istituto Secolare di Cristo Re (lì è sepolto Giuseppe Lazzati) è luogo di alto valore simbolico per il Piccolo Gruppo di Cristo.

 

Nel Salone della Casa è poi appeso una icona molto particolare: è il Cristo nelle sei ore di preghiera sulla Croce. L icona è stata realizzata appositamente da Mara Zanette per esprimere un tema caro a Ireos). Gesù ha gli occhi aperti (segno di vita immortale), è sereno ed è disposto sulla Croce a modo di bilancia del mondo, come il Crocifisso di San Damiano (e in generale quelli bizantini), ma non ha ancora la ferita al Costato; dunque è rappresentato non da morto, né da risorto, ma come ancora vivo sulla Croce, mentre sta pregando (a Ireos piaceva immaginare che ripetesse la Preghiera Sacerdotale riportata dal capitolo 17 di Giovanni).

Altre icone (copie da modelli tradizionali) sono rimaste nella memoria della Casa, che per alcuni anni è stato laboratorio iconografico di Mara Zanette.

 

L icona di Elia in ascolto di Dio che parla nella voce di sottile silenzio è divenuta familiare al Gruppo, tanto che è stata riprodotta sulla copertina del suo Libro delle Preghiere.


L’ icona del Cristo Via, Verità e Vita fornisce il senso della Preghiera del Cammino; e quella del Cristo che effonde lo Spirito (in forma di colomba), copia da affresco della Cattedrale di Treviso, che ricorda come essere cristiani significa essere consacrati di Spirito in Cristo dal Padre.