Scopri “qui e ora” come Gesù ci ama e ha dato se stesso anche per te

1 Facciamo memoria innan­zi­tut­to del luogo spirituale in cui Gesù si è offerto in sacrificio, prima nell’eucaristia e quindi sulla Croce.

2 Come racconta il vangelo di Luca, proprio Gesù ha scelto e fatto preparare prima la sala (o cenacolo) e poi ha inviato i discepoli a chiedere: “Il Maestro ti manda a dire: dov’è la sala in cui posso celebrare la Pasqua con i miei discepoli?”.

3 In questa sala ci entriamo dunque col Mae­stro. Quando è sorta? Quando fu l’ora. E chi l’ha fatta sorgere? Il Signore. È lui che ci dà il Consiglio e che in questi incontri istrui­sce il nostro cuore.

4 Il capitolo 17 del vangelo di Giovanni riporta la cosiddetta preghiera sacerdotale di Gesù (recepita dall’e­vangelista mediante lo Spirito Santo). Essa e­spri­me tutta la missione di Gesù e può dunque essere collocata spiritualmente in diversi momenti: infatti nell’eucaristia, fuori del tempo, Gesù ha anticipato l’offerta di sé compiuta sulla Croce, per dimostrare agli uomini che non sono stati loro a togliergli la vita, ma è lui ad averla offerta.

5 Possiamo immaginare che Gesù abbia pro­nun­ciato la preghiera sacerdotale non solo alla fine dell’ul­tima cena, ma anche dall’alto della Croce, a con­clu­sione di tutta la sua vita terrena. Si tratta di un continuo dialogo d’amore fra Gesù e il Padre (quasi un bisticcio d’a­more fra loro, a chi fa più atten­zioni all’al­tro), in cui si realiz­za l’unione tra Cielo e Terra. Gesù dice: “Per loro io consacro me stesso” nel sacrificio; “voglio che siano con me”. Sa­re­mo dunque simili a lui, nella gloria: quanto ci ama!

6 Ma Gesù supplica anche: “Essi sono nel mondo!”, con tutte le difficoltà, le cattiverie, le malattie… Questo è appunto il lavoro da fare: siamo nel mondo, ma non siamo del mondo. “Come anch’io – dice Gesù – non sono del mondo”. Questo è il cammino nostro tra il pec­cato e la grazia, tra le difficoltà subite e le diffi­coltà accettate e amate. Nella Bibbia Dio dice continuamente: “Non temere!”.

7 E Gesù dice: “Consacrali nella verità”. È Dio in­fatti che ci dà la consacrazione: ci vuole suoi, nella sua vita. Ma poi Gesù aggiunge: “Per loro io con­sa­cro me stesso, perché siano consacrati nella verità”. Dunque Gesù si consacra al Padre e anche per noi: si sacrifica per la nostra salvezza. Più amore di questo?

8 Gesù si consacra perché anche noi “siamo una sola cosa” nella Trinità; se soffriamo infatti è perché non siamo ancora del tutto inseriti in Dio. Gesù si consacra anche “perché il mondo creda”: se infatti siamo più inseriti in lui, diventia­mo suoi missionari. E Gesù arriva come a ricattare il Padre: “Padre, voglio che anche loro siano con me dove sono io!”. Si tratta di un ricatto d’amore, perché tale volontà è condivisa dalle due parti. Difficil­men­te il Signore dice a noi “Voglio!”; perlopiù il Signore a noi non ordina, ma consiglia (“se vuoi…”; è semmai il diavolo che ci fa apparire que­sto come un ordine duro e severo). Eppure il Signore Gesù dice al Padre: “Voglio!”.

9 Non ci resta dunque che aprire le nostre porte a un tale amore.