1 Dobbiamo poi far memoria del luogo spirituale in cui Gesù si è manifestato risorto per essere continuamente presente in mezzo a noi.
2 L’ultimo capitolo del vangelo di Luca, raccontandoci come i discepoli gradualmente maturarono la loro fede in Gesù risorto, ci descrive anche le tappe del nostro cammino spirituale.
3 Davanti alla tomba vuota di Gesù, l’angelo disse alle donne: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo?”. Non cerchiamo dunque i valori di morte, ma di vita, per essere più sereni e più padroni della nostra vita. “Ricordatevi di come vi parlò”: anche noi dobbiamo far memoria, celebrare, far rivivere, realizzare in noi la parola di Gesù e la sua resurrezione. “Bisognava che fosse crocifisso”: del resto, si fatica non solo a lavorare, ma anche a giocare; dunque dobbiamo anche noi fare qualche sforzo, ma per star bene, in grazia.
4 Agli apostoli l’annuncio della resurrezione dato dalle donne “parve un’allucinazione”: questo accade anche a noi, quando non abbiamo più un cuore aperto alla speranza.
5 Due discepoli addirittura si allontanarono da Gerusalemme per tornarsene ad Emmaus. E quando il Signore risorto e irriconoscibile apparve loro lungo il cammino, gli confidarono: “Speravamo…”. Anche noi dobbiamo accettare senza vergognarcene le difficoltà che proviamo come cristiani; però non dobbiamo mai essere delusi. Piuttosto speriamo e amiamo, senza essere tristi.
6 Gesù spiegando il senso delle Scritture, fece in modo che i due lo invitassero a restare e si fece riconoscere allo spezzar del pane: anche noi ascoltando e meditando la Parola di Dio possiamo far restare il Signore con noi e riconoscere per fede la sua presenza nell’eucaristia; e poi, a nostra volta, cerchiamo di essere pane per gli altri e di restare con loro non solo se ci costringono, ma perché vogliamo noi. L’amore fa cose incredibili, trabocca fuori. I due discepoli potevano restarsene tranquilli a casa, ormai rincuorati; e invece, di notte e di corsa, sono tornati dagli altri a Gerusalemme per portare la bella notizia e per condividere con loro la gioia. Quante cose che ci sembravano impossibili da fare, poi, lungo il nostro cammino, si sono realizzate!
7 Quando tutti furono riuniti nel cenacolo a testimoniarsi reciprocamente la resurrezione di Gesù, Gesù stesso apparve in mezzo a loro, dicendo: “Pace a voi”. Questo è lo spirito del Cenacolo.
8 Non dobbiamo meravigliarci di avere “dubbi nel cuore”: anche gli apostoli avevano poca fede, e Tommaso ebbe bisogno di un segno per poter credere. Il Cardinal Martini dice che nel cuore di ogni credente c’è almeno un angolo dove non c’è fede.
9 Comunque, Gesù disse ai discepoli: “Andate”. Così noi, pur con le nostre difficoltà, dobbiamo evangelizzare. Però sempre “cominciando da Gerusalemme”, ossia dalla centralità della Chiesa.
10 Quello che dobbiamo fare, senza miracoli né opere grandi, è dare fiducia e speranza: aiutare le persone a salvarsi è la cosa più bella che possiamo fare. Gesù è morto proprio per la nostra salvezza: la gloria eterna!