1 Per Dio tutto è prezioso. Per il profano le pietre nascoste di un edificio valgono poco, ma non per l’architetto! Anche le cime si reggono sulle basi, e le basi devono andare sotto, affondando nel terreno comune: qualcuno deve pure essere nel comune; in una casa devono pure esserci pietre che vanno sotto.
2 E potete ben immaginare cosa significa per Dio il sacrificio di una pietra nascosta e non privilegiata dagli uomini, ma che invece sostiene il suo edificio.
3 A Francesco Gesù aveva detto: “Va’ e ricostruisci la mia Chiesa”. Oggi, dobbiamo darci da fare per ricostituire il tessuto cristiano della società, con molta semplicità e misericordia: mai “spegnere il lumicino”.
4 Dobbiamo recuperare e far recuperare alla gente i segni semplici della fede, i segni della presenza di Dio.
5 Occorre recuperare ad una fede più viva (faccio per dire) quelli che viaggiano con il rosario appeso in macchina (ma perché lo tengono?), oppure quelli che hanno un santino in tasca (ma perché ce l’hanno?), oppure dicono di credere in Dio ma non alla Chiesa…: son figli di Dio anche loro! Nella nostra semplicità di rapporti col vicino, con quello che frequentiamo, non dobbiamo pretendere di convertire nessuno, ma possiamo (ad esempio) dire a quello che aveva il rosario e lo vuole buttar via: “Ma no, stava così bene”; oppure in montagna, invitare a rifare la cappelletta distrutta, perché è così bella.
6 Occorre imparare ed insegnare nuovamente alle persone ad apprezzare la bellezza del creato. A volte i genitori si meravigliano quando una loro figlia comincia a truccarsi gli occhi: ma forse non si sono mai interessati di farle notare la bellezza del suo occhio, opera di Dio. Similmente, possiamo portare i bambini fuori in campagna e far veder loro il firmamento e dire: lodiamo il Signore perché queste sono opere di Dio.