Andiamo avanti con il Signore!

1 Siamo tutti cor­­­responsabili. Cammin facendo, si può e si deve cam­biare per il meglio, sempre però nella fe­deltà alla vocazione di Dio, e non fondandosi sugli uo­mini (che oggi ci sono e domani no; oggi sem­brano bravi e domani non più), ma sul Signore.

2 Quando poi le cose si sviluppano allo stesso modo in luoghi diversi, questo è un segno del­l’o­pe­ra dello Spirito Santo.

3 Ecco quindi ognu­no abbia questa libertà, ricevendo nel frattempo tutto l’aiuto possibile: essere aiutati (e aiutare gli altri) ad essere cristiani così come si è, sorretti spe­cial­mente nei momenti di difficoltà, non giudi­ca­ti, ma amati, perché non c’è peggior cosa che il giu­dizio.

4 La proposta di vivere la fede come i primi cristiani nel Cenacolo è una cosa semplice, ma piena d’amore.

5 Ora bisogna avere la pazienza di Dio, la pazienza avuta da Gesù con i suoi. Non dobbiamo temere la pazienza di Dio, ma la poca pazienza nostra.

6 Noi vorremmo tutto pronto, tutto già a posto; mentre invece bisogna a­spettare. Sbaglieremmo a pre­ten­dere cose grandi da noi. Peraltro la Chiesa ha secoli di storia, e il Papa Giovanni Paolo II ha rico­no­­sciuto che, dopo quasi duemila anni, eravamo ancora solo agli inizi della evan­­ge­lizzazione. L’im­por­­tante è che ci si metta al servizio del Signore e dello Spirito San­­to sapendo e dicendo che siamo dispo­nibili a ricevere il suo amore, ad essere da lui accolti così come siamo e ad essere resi come lui ci vuo­le.

7 Magari solo col grido di “Aiuto” e “Mi­se­ri­cordia” (con misericordia anche per gli altri), e magari senza neppure ren­der­cene conto, ma andiamo avanti con il Signore.