“La nostra vita ricerca la virtù dell’umiltà nei suoi valori più profondi per essere gradita a Dio e favorire la comunione tra gli uomini”

L’umiltà: “La nostra vita ricerca la virtù dell’umiltà”.

Con questa frase non intendiamo dire che dobbiamo andare alla ricerca delle umi­lia­zioni, ma che dobbiamo vivere nella virtù dell’umiltà. Una virtù importante come questa che stiamo per meditare mi invita a chiedere aiuto a Gesù e Maria, perché ci aiutino non solo a comprenderla, ma soprattutto a viverla.

Anche se le virtù della modestia e della mansuetudine sono virtù proprie, non mi sembra inopportuno accostarle e riconoscerle sorelle dell’umiltà, così che, unite, si raf­forzano reciprocamente…

La modestia nei gesti, nel linguaggio, nel vestire, la mansuetudine nel dialogo e nell’atteggiamento favoriscono la virtù dell’umiltà e l’aiu­tano nel servizio che essa fa a tutte le altre virtù.

Tutte le virtù, infatti, rivestite dall’umiltà, acquistano un valore più perfetto, più luminoso, più gradito a Dio.

 

I gradi di umiltà: “…nei suoi valori più profondi…”.

L’umiltà si riconosce e sta nella verità; quando si esprime la verità con dolcezza, si esercita l’umiltà.

Sotto questo profilo essere umili è un dovere di giustizia e pertanto inquesto comportamento non vi è umiliazione e nemmeno un totale esercizio della virtù.

I valori dell’umiltà sono variamente profondi e se iniziano, come ho accennato, nel riconoscere e perseguire la verità, anche quando costa, proseguono nell’accettare silenziosamente le umiliazioni di chi ci calunnia e ci tratta male, per finire con l’amare le malevolenze e le varie offese subite, ritenendole espressione di perfetta letizia. Addestrarci nel vivere l’umiltà nei suoi valori più profondi significa essere più capaci di accettare le traversìe della vita.

I vari gradi della virtù dell’umiltà non si ottengono all’istante, ma sono una con­seguenza di lotte e di vittorie progressive. Se le umiliazioni all’inizio provocano un dispia­cere, una sofferenza interiore, in seguito, con l’esercizio, possono essere accolte in riparazione dei propri peccati fino a divenire gioiosa compartecipazione alle ingiustizie, che anche Gesù, bestemmiato, vilipeso e sputacchiato, ingiustamente ha subìto.

La comunione con Dio: “per essere gradita a Dio”.

Dio non gode del dolore umano, specie se subìto con sof­feren­za fisica e morale, però accoglie le offerte di ogni genere da coloro che desiderano imitarlo.

Perciò quando l’uomo, per amore a Dio, desidera offrirgli ogni atto della sua storia e specialmente quelle sofferenze che meglio imitano Gesù, Dio gradisce questi gesti che esprimono profondo amore. L’uomo, che esercita la vita unitiva, si rende conto della bene­volenza che Dio ha verso di lui e perciò si rallegra, gioisce e sempre, in ogni situazione anche quella più crocifiggente, sta con l’animo in perfetta letizia. La sua gioia sta nel lodare Dio e rendergli grazia.

La comunione con gli uomini: “e favorire la comunione tra gli uomini”.

Istintivamente si può pensare che questo non sia sempre possibile, perché, superficialmente, non a tutti sono gradite le persone umili, anzi a volte sembra diano fastidio. Invece non è così, perché il vero umile che non evidenzia e non sfoggia la virtù dell’umiltà (altrimenti sarebbe superbia) ma la vive con rettitudine e spontaneità, cioè dosandola, affinché renda il cento per cento, riesce a donare pace e serenità a chi lo avvicina.

La vera umiltà, che corona ogni altra virtù, riesce a favorire la comunione tra gli uomini. Riesce a dare equilibrio al dialogo e a invitare a vivere in pace e nella pace. La persona umile, quindi serena, ispira fiducia e può smorzare le tensioni di chi sereno non è. Anche in Comunità l’umiltà è un dono che rafforza i legami fraterni e favorisce la gioia di restare insieme.

Con una riflessione onesta cerchiamo di correggere i nostri difetti, specie quelli che mettono in difficoltà la comunione fraterna.

La “Preghiera allo Spirito Santo per vivere ogni incontro in piena comunione” dovrebbe essere detta con cuore puro e semplice, affinché si ottenga la grazia di realizzarne pienamente i contenuti.

Dovremo avere pazienza, affinché ognuno cresca nella virtù dell’umiltà, ma anche sacrificarci per vivere l’umiltà nei suoi valori più profondi.

Penso che una comunità vivace, attiva e umile sia una comunità che piace a tutti, perché fa trasparire quanto sia bello vivere da fratelli.