Il primo pensionato della Comunità (1986)

Il pensare che sono il primo pensionato della comunità non provoca in me nessun sentimento, non mi interessa. Lo sperimentare la mia pensionabilità, così come l’ho vissuta sino ad ora, non mi dice molto. La differenza è quasi insignificante, ho fatto una collocazione diversa delle attività; qualche raro e breve tempo di maggior riposo, che però viene utilizzato per ridare forze alle energie divenute più deboli a causa dell’età.

Infatti noto che il corpo è meno vigoroso di un tempo, qualche parte di esso è consumata, come capita a tutte le realtà create. Mi sto avviando verso la meta finale con molta tranquillità, rafforzata da una speranza che per necessità si è fatta più pressante, genuina, e veritiera.

Gli avvenimenti di tanti anni fa sembrano appena trascorsi. Le debolezze, i peccati e le virtù sono come avvolte in una nebbia. Ciò che conta veramente è il presente; e quello che potrò fare nel futuro prossimo, ammesso che mi venga concesso.

Il valore primario sta nel non sciupare il tempo, nell’essere fedele al mio stato vocazionale, nel cercare la pulizia dell’anima, nello stare unito a Gesù.

Adesso, per me, più di prima, non c’è più spazio per illudermi, per ritirarmi, per cercare soddisfazioni. Certo le tentazioni ci sono, non spariscono, ma la lotta contro il male deve risolversi a mio favore. Devo salvarmi per avere la mia serenità eterna, ma soprattutto per non tradire colui che, amandomi, ha scelto di morire per la mia salvezza.

Amico mio! Mi accorgo che sei stato sempre vicino a me, e che hai sopportato (tu diresti compreso e amato) le mie miserie. Quanti fallimenti, quanti rinnegamenti, quanta strada percorsa con lentezza e monotonia, quanti sbadigli di negligenza e pigrizia. La mia pochezza mi evidenzia il tuo amore. Mi sei stato vicino anche quando ero distratto e non mi interessavi.

Mi hai fatto conoscere l’amore umano del tuo cuore per poter capire meglio la differenza tra quell’amore ed il tuo Amore.

Mi sono accorto che l’amore umano ha valore soltanto perché riflette quello divino; ma il tuo amore è senza confini, va oltre ogni logica. Perciò questo tuo attuale pensionato si sente un fanciullo bisognoso di te e del tuo Amore.

Di tutto posso fare a meno, ma non del tuo amore. Un giorno perderò anche questa vita terrena, ma per tuo merito non perderò il tuo amore. Perderò tutto ciò che non vale niente, ma mi rimane il Tutto. Sarò svuotato di tutto e riempito del Tutto. Chi mi cercherà mi troverà soltanto in te; sarò luce della tua luce, e il mio nome sarà nel Corpo mistico glorioso. Brillerò nel firmamento della gloria.

Tu mi trasformerai perché, così come sono ora, non sono in grado di raccogliere tutto l’amore che mi hai serbato.

Come sarò, come diverrò, non lo so, ma di te mi fido, mi abbandono, perché sono certo che tu mi ami più di quanto io ami me stesso.

Non essendo io in grado di amarmi sufficientemente, tu mi rigeneri costantemente e mi doni il tuo amore.

Signore, alla mia età mi fai parlare d’amore: questo linguaggio sembra rendermi ridicolo, ed invece il nostro amore non è legato all’età, ma alla vita unitiva. Questa unità è realizzata non per merito mio, ma per tua generosità.

Stupendo, glorioso Dio Padre, Fratello, Amico, ti ringrazio di avermi creato, ti ringrazio di salvarmi, ti ringrazio perché mi illumini. Ti ringrazio per tutto quello che hai fatto e per tutto quello che farai, ma soprattutto perché operi sempre con amore.

Solo in te ho raggiunto la vera vita d’amore. Senza il tuo amore non posso più vivere e per mia fortuna so che non me lo toglierai mai, perché la tua natura è amore.

Ovunque tu sia, e sei ovunque, tu sei amore. In qualunque luogo io ti cerchi, ti trovo nell’amore, e, anche quando non ti cerco, ti trovo sempre e ovunque, perché tu mi possiedi. Mi hai comprato con il Tuo sangue, mi hai conquistato con il Tuo Spirito. Non son più mio, ma tuo, perché con diritto hai messo la tua dimora in me.

Signore fa’ che la mia vita d’amore per il tuo mondo serva a gloriarti, e fa’ che io stesso sia tua gloria.

Quando sarà giunta l’ora, ben venga anche l’unione definitiva ove il possesso sarà eternamente glorioso.

Gloria all’Amore.

Il tuo pensionato, dalla voce profonda e dal cuore stanco, come un giovanetto innamorato, per te canta con amore: Alleluia, Alleluia, Alleluia!