Chiamati a essere testimoni, non maestri

A proposito della spiritualità del Gruppo, Ireos ha scritto:

Il Gruppo non trova il suo modo di essere se pensa di voler esprimere una scuola spi­rituale propria: non siamo chiamati ad essere maestri, ma testimoni. Noi siamo cristiani comuni per la vita di oggi e per quella futura, cristiani veri…, chiamati ad essere profeti, cioè persone che, con il vivere quotidiano, indicano una strada: la strada del Signore.

Il Cardinal Martini definì il nostro Sabatino un “profeta minore del nostro tempo”, “uno di quei profeti che non parlano molto”, ma che costruiscono la Chiesa giorno per giorno”, come i settantadue discepoli anonimi mandati da Gesù.

Per corrispondere alla volontà di Dio, il Gruppo deve essere un umile discepolo, un testimone con nelle vene, nel cuore e nella mente le caratteristiche del profeta di Dio. Con gli occhi della fede, possiamo guardare all’Oltre, e vedere e far vedere che c’è anche un’altra vita. In varie circostanze, e attraverso le testimonianze di molti fratelli e sorelle provati dalla tribolazione (in particolare di Giovanni Molaschi), abbiamo sperimentato che il Signore è sempre presente.