La spiritualità del… resto

Il Gruppo cerca di fare proprio lo spirito del «piccolo gregge» e del «piccolo resto d’Israele» e di gioire insieme a Cristo nello Spirito Santo perché il Padre ha rivelato e dato il suo Regno ai piccoli.

Quella del Gruppo è perciò una spiritualità trinitaria, volta a inserire il cristiano (con Maria) nella comunione d’amore della Trinità, mediante Gesù Cristo, che per amore si è fatto uomo («nostro fratello Dio»), è morto per noi sulla croce, ed è vivo e presente nell’Eucaristia come Agnello e Pastore, che illumina e guida con la sua presenza la Chiesa e la comunità. In questo spirito, ovvero «con animo sereno», il Gruppo vuole contribuire a costruire la Città sul Monte, che illuminata dalla luce dell’Agnello possa far intravedere agli uomini la realtà già presente della vita eterna, in cui veniamo formati in questo mondo come in una placenta, per nascere poi un giorno a vita nuova.

Perciò la Messa, «vita della nostra vita», deve trasformare tutta l’esistenza in una eucaristia fatta comunione per aiutare il popolo di Dio; similmente il Vangelo deve essere abbracciato come la persona viva di Gesù Cristo e letto come la storia della nostra vita (poiché tutto ciò che nel vangelo si dice di Cristo, a parte i miracoli, si deve poter dire in qualche modo anche di ogni cristiano).

Particolare importanza ha l’imitazione della vita di Cristo, soprattutto quando per trent’anni a Nazaret (come «figlio del falegname») era confuso fra la gente; ma anche la devozione a Maria, l’umile serva del Signore, che ha avuto il privilegio di unire in sé la vocazione verginale e sponsale e che a Cana ha indicato il modo per trasformare l’acqua dell’amore umano nel buon vino della carità di Cristo.

La vita di ciascun membro del Gruppo deve rispondere così a questo invito ideale di Cristo: «Lavora, prega, fai opere di bene senza pretendere nessuna ricompensa: ti vedrò». In questa prospettiva, non deve mancare a ciascuno l’aspirazione (pur nella vita ordinaria) alla contemplazione, così che il suo vivere quotidiano, tutto abbandonato a Dio, possa evidenziare il fine della nostra vita che è la pace, ossia la partecipazione umana alla gloria divina.