La preghiera di Gesù sei ore sulla Croce

Quasi tutte le immagini del crocifisso lo rappresentano con il costato trafitto: ma quello è un Gesù morto, che non soffre più. Da quando ho fatto l’esperienza della sofferenza pro­lungata, penso invece a Gesù che, ancora vivo, è rimasto appeso alla croce per ben sei ore. Sei ore sono tante! Cosa avrà fatto Gesù in quel tempo? Sicuramente avrà pregato, e non solo con le poche parole che di lui ci sono state riportate, ma anche con altre che possiamo solo immaginare….

Giovanni inserisce la “preghiera sacerdotale” di Gesù al Padre tra i discorsi finali. Dato che non viene riferito ove tale discorso sia stato pronunciato a me piace immaginare che sgorghi dal cuore di Gesù nel lungo silenzio durante le sei ore della sua cro­cifissione. In questo tempo egli dice a voce alta solo poche pa­role, ma esprime al massimo l’amore gratuito, disinteressato, sublime per i fratelli: e in effetti tutto il discorso è impregnato di un amore che esprime la potenza redentrice del crocifisso e il potere glorioso di quel trono innalzato da terra. Gesù Cristo ama intensamente il Padre e le creature, ed è colui che, collegan­do l’uno all’al­tra, riunisce il Dio crea­tore alla sua creatura….

Si tratta di un continuo dialogo d’amore fra Gesù e il Padre che realizza l’unione tra Cielo e Terra. Dalla Croce, Gesù ripete: “Per loro io consacro me stes­so” nel sacrificio. Dunque Gesù si consacra anche per noi. Più amore di questo? Gesù arriva a “ri­cattare” il Padre: “Padre, voglio che anche loro siano con me dove sono io!”. Si tratta di un ricatto d’a­mo­re, perché tale volontà è condivisa dalle due parti. Non ci resta dunque che aprire le nostre porte a un tale amore….

Adesso riesco a guardare l’immagine del Crocifisso, capen­do almeno un po’ che cosa ha sofferto. Ogni volta che ho un affanno, una croce, mi domando: “Cosa mi ha detto il Signore con questo? Che cosa mi ha insegnato con quest’altro? Che cosa ha voluto da me?”. Lui con il suo esempio mi dice: “Pazien­ta, abbi misericordia, perdona”